Operazioni Specializzate Non Critiche

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Come ben saprete, le operazioni condotte con i nostri APR si possono differenziare in operazioni CRITICHE e operazioni NON CRITICHE.
In questo articolo inizieremo a illustrarvi, nel dettaglio, le operazioni specializzate non critiche.

Con operazioni specializzate non critiche si intendono quelle operazioni condotte in VLOS che non prevedono il sorvolo, anche in caso di avarie e malfunzionamenti di:
– Aeree Congestionate, Assembramenti di Persone, Agglomerati Urbani
– Infrastrutture Sensibili

OPERAZIONI SPECIALIZZATE NON CRITICHE

Con operazioni in VLOS si intendono, invece, quelle operazioni nelle quali il pilota deve essere in grado di mantenere il CONTATTO VISIVO con l’APR al fine di evitare COLLISIONI con aeromobili, persone, imbarcazioni, veicoli e infrastrutture.
Quando si parla di AREE CONGESTIONATE sono da considerarsi come tali le aree o gli agglomerati usati come zone residenziali, industriali, commerciali, sportive, e in generale le aree dove si possono avere assembramenti, anche temporanei di persone.

Tutto ciò premesso, i piloti RICONOSCIUTI per le operazioni specializzate non critiche possono, purtroppo, fare ben poco con i propri APR.
Ci sono però delle eccezioni, di cui all’art. 12 comma 1, che analizzeremo in seguito.

Tornando all’argomento principale, cerchiamo di capire cosa intende il regolamento quando vieta ai piloti di APR il sorvolo anche in caso di “avarie e malfunzionamenti” delle aree critiche.
Con tale formula si intende proibire il sorvolo di quelle aree apparentemente “non critiche” ma che trovandosi in prossimità di aree critiche potrebbero essere raggiunte dall’APR in avaria (c.d. fenomeno flyaway – drone non rispondente ai comandi).

phantom_crash_flyaway_gps

Facciamo un esempio:
Il pilota Tizio riconosciuto per le operazioni specializzate non critiche possiede un Drone di marca X che con batteria carica ha una autonomia di 20 minuti. Supponiamo che successivamente al decollo in area apparentemente NON critica l’APR perda la connessione con il radiocomando. In tal caso per 20 minuti il Drone, privo di controllo, potrebbe raggiungere aree critiche terminando il volo al loro interno con conseguenze variabili ed incerte.
Tizio, nel rispetto del regolamento e sulla base di previsioni matematiche già considerate nel documento “ANALISI DEL RISCHIO” (in allegato alla documentazione relativa alla “certificazione” del suo APR), avrebbe dovuto evitare scenari che, per la loro localizzazione geografica, avrebbero comportato il RISCHIO che l’APR, in caso di avaria, raggiungesse aree critiche.
E se Invece Tizio avesse provveduto ad installare sul proprio APR un terminatore di volo (non obbligatorio per le operazioni specializzate non critiche) che ne consentisse la terminazione in caso di avaria o malfunzionamenti? IN TAL CASO sarebbe impossibile per l’APR guasto raggiungere scenari critici perché il pilota ne terminerebbe il volo in seguito al verificarsi di un guasto.

Evosystems_terminatore_di_volo_enac


Ricordiamo che il TERMINATORE DI VOLO è un dispositivo opzionale che può essere installato a bordo di qualunque drone e che consente di interrompere l’alimentazione dello stesso attraverso un comando radio differente da quello del radiocomando. Normalmente, infatti, tale sistema opera su banda libera UHF alla frequenza 869 Mhz.
Nell’eventualità che il pilota riconosciuto da Enac per le operazioni specializzate non critiche avesse installato a bordo del proprio APR il terminatore di volo ed avesse preparato una adeguata ANALISI DEL RISCHIO, potrebbe sorvolare senza alcuna limitazione scenari non critici, compresi quelli che si trovino in prossimità di aree critiche.
Eccezioni a quanto sopra descritto sono da riferirsi agli APR che hanno caratteristica di INOFFENSIVITA’ e che non superino il peso al decollo di 2 kg; essi possono essere usati in tutti gli scenari operativi.

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Fonti Normative:
Art. 9 (regolamento ENAC ed. 2 12/2015)
Art. 5 comma 1 (regolamento ENAC ed. 2 12/2015)
Art. 12 comma 1 (regolamento ENAC ed. 2 12/2015)